Autrice all’esordio, Rosanna Rubino è protagonista oggi al ThrillerCafe con il suo Tony Tormenta, edito da Fanucci. Lo recensiamo per voi.
Titolo: Tony Tormenta
Autore: Rosanna Rubino
Editore: Fanucci
Anno: 2013
Chi si aspettava di aprire le pagine di un thriller italiano e di trovarsi catapultati tra Stati Uniti e Alaska? Basta ambientare un romanzo fuori porta per imbattersi in un narrato dai tratti internazionali? Non proprio, o almeno solo in parte, perché se il paesaggio circostante e le abitudini che implica vivere al suo interno creano la struttura di base, è anche vero che serve una scaltrezza narrativa, una osmosi letteraria di respiro internazionale e tanta fantasia, per riuscirci. Un’immaginazione difficile da contenere, quella dell’esordiente Rosanna Rubino che per i tipi di Fanucci ha pubblicato ‘Tony Tormenta’, titolo che evoca in un certo senso il sentimento che permea le pagine di questo romanzo a tratti ‘nero’, a tratti esistenziale. Sì, perché Tony, protagonista indiscusso della vicenda che si svolge tra Nebraska e Alaska, è un ragazzo complicato, introspettivo, con cui è difficile relazionarsi. Tony vive una condizione per cui gli è impossibile essere come gli altri e se potesse esserlo forse non lo vorrebbe neanche, perché come desiderare la mediocrità se si comprende di essere diversi, se non ci si può sentire parte di niente? Tony si troverà suo malgrado coinvolto in una situazione che non sarà più in grado di gestire, forse perché ha sottovalutato il potere che hanno le sue azioni, quel suo provare sensazioni forti che inevitabilmente condizionano lo spazio esterno. Sentimenti scatenati da paura, rabbia, inadeguatezza. Certo contare le piastrelle, i chicchi di riso nel proprio piatto aiuta a convogliare l’esplosione che sente dentro in un circuito numerico in cui l’azione ultima è quella di bloccare le sinapsi, solo questo può salvare delle vite, anche se le stesse meriterebbero una punizione. È come se Tony naufragasse nelle sue paure, perchè sono proprio quelle che riescono a sopraffarlo, a condizionare la sua giovane esistenza, perché non dimentichiamolo Tony ha sedici anni, nessun amico e giornate piene di solitudine. Per fortuna che c’è Marla, una ragazza androgina, vulnerabile, il suo unico catalizzatore. La sola che nella sua diversità riesce a trovarsi a metà strada tra la voglia di vivere la propria vita e la necessità allo stesso tempo di allontanarsene. Mammoth Rock sarà teatro di morti incomprensibili e tutte sembrano avere a che fare con la presenza di Tony. L’agente Max, cappello in testa e gamba sghemba, sembra perseguitarlo senza dei veri e propri indizi, forse perché anche lui nella sua diversità riesce a guardare oltre e ad avvertite l’elettricità statica che quel filo scoperto crea in presenza del ragazzo. In un paesaggio desolato e poco ospitale, si svolgerà la vicenda di queste esistenze vissute ai margini. Un cane solitario, Boa, entrerà a far parte della vita di Tony, un cane che non cerca le carezze del padrone perché quel gesto potrebbe significare per entrambi spezzare quella solitudine che sentono dentro e forse la paura di legarsi a quella vita che in un certo senso si è presa gioco di loro. Numero Uno, Numero Due e Numero Tre, così i coetanei soprannominati da Tony, scateneranno una reazione a catena, dove non potrà esserci via di ritorno. Una madre disperata che rimane come sottofondo della vicenda acquisterà un ruolo fondamentale alla risoluzione della trama. Lisergico, obnubilante, malinconico, un thriller che cambia le regole del gioco.
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