Cari Avventori del Thriller Café, oggi ho il piacere di presentarvi uno smoothriller, Tutti sanno dello scrittore americano Jordan Harper (Neri Pozza). Passatemi il gioco di parole con indulgenza e un pizzico di fiducia, perché dopo averlo letto capirete che non avrei potuto mai classificarlo hard boiled per la freschezza e contemporaneità della storia, ma la sua protagonista Mae è di certo permeata dallo stesso dolente sentimento di rivalsa degli eroi che l’hanno preceduta.
Nessuno parla. Ma tutti mormorano. Nessuno si chiede se tutto questo sia vero o no. A nessuno interessa. Il loro unico compito è preservare chi ha il potere da ogni responsabilità.
Il lavoro di Mae Pruett nella Città degli Angeli è quello di “trattare i problemi” con qualsiasi mezzo, ossia tenere i suoi clienti alla larga dai media, ripulirne la reputazione e far sì che le loro carriere proseguano senza intoppi nel caso vengano coinvolti in qualcosa di spiacevole.
Ѐ per questo motivo che Mae viene mandata dal suo capo Dan Henningan allo Chateau Marmont in piena notte nella stanza di Hannah Heard, una divetta vicino al declino, picchiata durante un festino a bordo di un mega yacht in alto mare. L’occhio nero evidente va attribuito a tutt’altro incidente, altrimenti la produzione del film che sta girando le straccerebbe il contratto.
Non è che la verità non sia importante. Ѐ solo che non conta. A volte c’è bisogno di un disegno. Di sventolare un guanto insanguinato.
Così gli aveva sempre ripetuto Dan e lei si era dimostrato un’allieva davvero dotata tanto da viaggiare all’unisono con il suo mentore. E proprio quando lui sarà ucciso sul Sunset Boulevard in circostanze poco chiare, che Mae capirà di dover agire da sola se vuole diventare quel proiettile che aveva voluto essere fin dal principio.
Vent’anni fa. C’era una bambina di dodici anni seduta su un letto a Monett, nel Missouri. Ha occhi grandi e verdi. Si chiama Amanda Mae Pruett. Odia quel posto. Vorrebbe solo essere altrove, non importa dove. Io sono un proiettile, decide. E costruirò una pistola che mi sparerà lontano da qui. Sono un proiettile. Aveva ripulito la sua voce dalla cantilena da bifolchi. Si era cucita addosso delle parti nuove, per vedere se le andavano bene.
No, nulla le sta più bene, specialmente ora che ha deciso di affrontare lo squallido mondo che aveva contribuito a proteggere: la Bestia, un intero sistema di potere, le cui comparse sono legali senza scrupoli, investigatori, poliziotti corrotti, giornalisti prezzolati, pierre e servizi di sicurezza, danarosi faccendieri, attori e registi star e di quart’ordine, influencer strafatti e predatori a caccia di carne giovane.
Sotto il cielo morto la città risplende. Come se la città si fosse protesa nella notte e avesse rubato le stelle per sé.
Prima di iniziare a leggere questo romanzo, sono rimasta colpita dall’apprezzamento di Michael Connelly in copertina: Il libro che tutti stavamo aspettando. Ho una stima infinita di Connelly e questo mi ha fatto reprimere la vocetta caustica dentro di me che mi dava della credulona. Ovvio che tutto quello che viene riportato di favorevole sulla copertina di un nuovo libro è finalizzato al lancio dello stesso, ma conosco abbastanza Connelly da sapere che quando spende una parola a favore di un collega è perché si ritiene sinceramente entusiasta di quel lavoro. In più, ero super curiosa di capire quale fosse la peculiarità di questo libro e perché sembrava agli occhi di Connelly “necessitato”.
La lettura è iniziata subito con molte sottolineature ed è finita che è stato difficile scegliere quali citazioni usare in questa recensione. Jordan Harper è davvero un grande romanziere, una delle penne più brillanti che mi sia capitato di recensire – non a caso è anche sceneggiatore – ma quello con cui ha colpito è stata la storia.
Mette in bocca ad un suo personaggio il suo credo “Se vuoi che credano a una storia, devi toccargli il cuore. O strizzargli le budella.”
Tutti sanno è un romanzo che ti strizza le budella senza farti rimanere troppo senza fiato per lasciarti il tempo di decidere se rimanere in superficie, seguendo solo la storia thriller, o seguire Mae nelle profondità dello scavo delle colline che contornano Los Angeles.
Jordan Harper conosce i segreti dello showbiz e non ha peli sulla lingua nel raccontarne l’oscuro metodo con il quale tutto il meccanismo si protegge e prolifera.
Ecco alcuni punti che ho isolato che rappresentano i principi ai quali la protagonista Mae si deve conformare per fare alla grande il suo lavoro:
Il correlativo oggettivo. Bisogna accollare la colpa di un omicidio stradale ad un innocente? Va scovato l’arresto per guida di stato d’ebbrezza di quando era al college, magari e si era fatto una birra di troppo.
Trova il capobranco. Bisogna dare in pasto alla stampa una storiella farlocca? Fingi che stai dando uno scoop sensazionale a uno dei giornalisti prezzolati in virtù di pregressi favori e tutti gli altri giornali ribatteranno la stessa notizia, dandone amplificazione massima.
Diventare un tovagliolo: sì proprio un tovagliolo, quello dietro il quale i potenti celano la bocca, continuando a mangiare e a mangiare.
Tutti sanno è la più che verosimile descrizione di un sistema nel quale tutti vivono in permanenza la loro verità, anche se quella verità è una menzogna.
Ma delle verità oggettive si rinvengono tra i capoversi, come piccole pepite d’oro.
Questa su tutte mi ha colpita:
Helen è la persona che per prima ha fatto sì che i giornalisti inserissero la parola “moment” nell’espressione MeToo moment. Perché i momenti passano.
Provate a digitare sulla stringa di ricerca MeToo moment.
La pepita splende tra le mani di chi l’ha posizionata tra le righe di questo meraviglioso romanzo!
Bravo Harper e buona lettura a tutti!
Ho vissuto nel mostro e ne conosco le viscere. José Martì
Who is who?
Jordan Harper è uno scrittore, sceneggiatore e produttore televisivo americano, autore di romanzi polizieschi e di quattordici episodi della serie Mentalist.
Con il romanzo d’esordio She Rides Shotgun si è aggiudicato nel 2018 l’Edgard Award nella medesima categoria.
Ha dichiarato di essere influenzato in particolare dalla scrittura di James Ellroy e Cormac McCarthy, come pure dai film dei fratelli Coen, di Tarantino e di Scorsese.
Nativo di Springfield, nel Missouri, attualmente vive e lavora a Los Angeles.
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