Ci sono autori che ci catturano in un modo irrazionale ed inspiegabile: consciamente ci rendiamo conto che i loro thriller – pur appassionanti – hanno più buchi di una fetta di groviera, eppure ogni volta che ne esce uno non si discute, corriamo a leggerlo senza colpo ferire. A me succede, per esempio, con lo spagnolo – ma ormai arcinoto ed arciletto a livello internazionale – Juan Gomez-Jurado. Ecco, come volevasi dimostrare, nonostante abbia mille titoli in attesa, Fazi ha pubblicato la sua ultima creatura, “Tutto brucia“, che ha subito acquisito la priorità. E, come prevedibile, anche questo libro ha finito per conquistarmi, nonostante – lo sappiamo – la trama sia a dir poco inverosimile, almeno per qualsiasi persona comune che non abbia ogni giorno a che fare con milioni di euro, fondi d’investimento e banche.
Lo scarso realismo della trama ci appare lampante da subito, sin da quando incontriamo la protagonista, Aura Reyes, premuta sul cofano della volante della polizia che sta per portarla in cella dopo che – intuiamo – ha fracassato la vetrina di un prestigioso negozio al centro di Madrid. Perché lo abbia fatto lo capiremo, certo, ma molto, molto più avanti. Intanto, però, incontriamo un’altra figura chiave di questa storia, Maripaz Celeiro, un’ex legionaria gallega che, a parer mio, è il personaggio più macchiettistico e meglio riuscito del libro. Cos’hanno in comune queste due? Apparentemente niente: elegante e sofisticata la prima, forzuta e sanguigna la seconda. Eppure… si ritroveranno a condividere un’avventura al cardiopalma che rischia di costar loro molto, molto cara. È Aura, da brava stratega pianificatrice, a tirare dentro Maripaz… in cosa? In una vendetta cangiante che ha il sapore della disperazione: era brava nel suo lavoro di banchiera, Aura, eppure qualcuno che le era molto vicino ha trovato il modo di fregarla e ora, se non pagherà una cauzione spropositata, finirà in carcere e perderà tutto, a cominciare dalle sue perspicacissime figlie. È evidente, è in una situazione disperata ed ha bisogno di una mano… o forse due. Ebbene, converrete con me – soprattutto se deciderete di leggere il libro – che questa trama ha dell’inverosimile se rapportata alla quotidianità di ciascuno di noi: molte delle soluzioni che noi sogneremmo di attuare per risolvere i problemi, Aura le mette in pratica; in più i personaggi sono ben delineati, ma non sono indimenticabili (a parte forse Maripaz). Eppure questo libro non mi è affatto dispiaciuto: per quanto folle, è adrenalinico; per quanto inverosimile, è ben scritto; per quanto non aderente a realtà a noi conosciute o da noi vissute, è in grado di sorprendere e coinvolgere. Ve l’avevo detto che siamo nel campo dell’irrazionale ed inspiegabile, eravate avvertiti! Se ve lo consiglio? Bah, direi di sì, se vi piacciono le storie adrenaliniche e siete disposti a sorvolare su qualche imperfezione nella trama. Ha poi molto in comune con gli altri libri di Jurado, sia per i rimandi espliciti che l’autore stesso fa, sia perché i suoi libri hanno tutti caratteristiche comuni, quindi se ne avete letti altri sapete già cosa aspettarvi.
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