Patricia Gibney è nata a Mullingar, nella Contea di Westmeath (Irlanda), città in cui ha vissuto tutta la sua vita e ha lavorato 30 anni con il Westmeath County Council.
La serie incentrata sul personaggio di Lottie Parker è diventata un caso editoriale, con oltre 2 milioni di copie vendute e traduzioni in numerosi Paesi. La Newton Compton ha pubblicato L’ospite inatteso, Le ragazze scomparse, Uccidere ancora, Nessun luogo è sicuro, I bambini silenziosi e infine Un alibi di ferro che ora recensisco per voi, curiosi lettori di Thriller Café.
La detective Lottie Parker si deve occupare della morte di due ragazze: Amy Whyte e Penny Brogan. Le due amiche non sono più tornate a casa dopo un sabato sera trascorso insieme. All’inizio, si pensa ci possa essere un legame con il fatto che Amy ha fatto finire in carcere un uomo, Conor Dowling, che è da poco tornato a piede libero. Ma Lottie, che non trascura i dettagli, collega il fatto che entrambe le ragazze stringessero in una mano una moneta d’argento con un omicidio di tutt’altra natura.
Si susseguono altri omicidi e anche se Conor Dowling rimane sempre sotto la lente d’ingrandimento le indagini della squadra investigativa spaziano in molte altre direzioni. Quando, però, le due figlie di Lottie, Katie e Chloe, scompaiono improvvisamente, il caso si fa molto più personale di quanto la detective avrebbe mai potuto immaginare. Riuscirà a mantenere la freddezza necessaria per portare a termine l’indagine e trovare l’assassino o gli assassini?
Un alibi di ferro è il sesto libro della serie che vede protagonista la detective Lottie Parker e la sua squadra di Ragmullin. Nel corso delle avventure il personaggio di Lottie è notevolmente cambiato: ha, infatti, dovuto subire la perdita del marito che l’ha vista costretta a crescere i tre figli come madre single e ora si sente pronta per un lento e cauto avvicinamento al collega Mark Boyd. Si ritrova persino ad essere felice finché non inizia la serie di omicidi che metterà la sua famiglia nell’occhio del ciclone.
La trama è piuttosto avvincente, ma risulta di non immediata comprensione a causa dei numerosi punti di vista. Infatti, oltre a Lottie, Kirby, Katie e Rose ce ne sono almeno altri tre, inclusa la voce dell’assassino.
Anche se questa serie merita di essere letta soprattutto per lo straordinario personaggio della protagonista, ho riscontrato in Un alibi di ferro una sorta di “calo narrativo”, quasi mancasse la magica scintilla dei primi libri.
In conclusione, Patricia Gibney è sempre una grande scrittrice perché in grado di coinvolgere con una scrittura veloce, dinamica e ricca di colpi di scena.
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Articolo protocollato da Luisa Ferrero
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