Paula Hawkins, giornalista e scrittrice, nasce nel 1972 a Salisbury in Rhodesia (l’odierno Zimbabwe) e si trasferisce a 17 anni a Londra dove studia filosofia, politica ed economia presso l’Università di Oxford. Dopo la laurea lavora per quindici anni nel campo del giornalismo (anche al Times). Nel 2009 inizia a scrivere romanzi rosa sotto lo pseudonimo di Amy Silver ma il successo arriva solo nel 2015 con il thriller psicologico La ragazza del treno: il «thriller dei record» che ha venduto quasi venti milioni di copie nel mondo e solo in Italia è arrivato a un milione. Pubblicherà successivamente, nel 2017, Dentro l’acqua e ora, avventori del Thriller Café, recensisco per voi l’ultima sua fatica letteraria Un fuoco che brucia lento (Piemme, 2021).
Un fuoco che brucia lento parte dall’omicidio di Daniel Sutherland, un giovane che viene ritrovato accoltellato all’interno di una barca galleggiante sgangherata presa a nolo, ancorata a Regent’s Canal a Londra. A ritrovare il cadavere è stata Miriam una cinquantenne proprietaria di una graziosa casa galleggiante ormeggiata accanto a quella di Daniel. Quest’ultima riferirà alla polizia di essere salita sulla barca del vicino e di essere entrata al suo interno, dopo aver bussato e chiamato più volte, per parlargli in merito alla sua sosta troppo prolungata in quel posto omettendo però di aver sottratto una chiave, intrisa di sangue, dalla scena del crimine. In seguito a segnalazioni varie e impronte rinvenute viene immediatamente interrogata e sospettata la giovane Laura perché aveva passato la notte con Daniel. La ragazza, etichettata da tutti a causa del suo carattere irascibile e dei suoi comportamenti strambi “la matta della lavanderia”, ammette la sua presenza sulla barca quella notte ma riferisce di essersi allontanata alle prime luci dell’alba e omette anche lei un piccolo particolare e cioè di aver sottratto il costoso orologio di Daniel. È confusa Laura nei suoi racconti ma ben pochi sanno, o se sanno non se ne curano, qual è il passato della ragazza: quando aveva 14 anni è stata investita da un’auto mentre rientrava in bici a casa e in seguito a questo incidente è stata in coma per molto tempo, ha dovuto sottoporsi a lunghissime riabilitazioni logopediche e fisioterapiche e ancora oggi ha strascichi fisici e psichici notevoli quali confusione mentale, vuoti di memoria, scatti d’ira e una zoppia evidente. Il detective Barker inizierà ad indagare non solo, però, su Laura (facile capro espiatorio anche perché ha a suo carico già numerose denunce per aggressione) ma anche su quella strana vicina Miriam così attenta, troppo attenta, alla vita degli altri e che vive in solitudine senza quasi alcun rapporto sociale e poi sulla zia materna, Carla, che all’apparenza sembra essere distrutta dalla morte del nipote ma che forse, sia lei che l’ex marito Theo, hanno un dolore mai sopito che li tormenta e li tormenterà per sempre.
Chi ha veramente ucciso Daniel Sutherland? Quali misteri, rivelazioni, omissioni tutti relativi ad un passato piuttosto remoto dei personaggi principali possono aver condotto l’assassino a compiere un delitto così efferato?
La trama di Un fuoco che brucia lento procede in modo accelerato su due piani: il primo ci racconta in modo dettagliato le indagini e il secondo ci fa comprendere, poco a poco, attraverso i ricordi e i pensieri di tutti i protagonisti (ma anche con brani del giallo “La fuggitiva” scritto da Theo), qual è la verità sul loro passato e quali profonde ferite hanno segnato per sempre le loro vite. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e se da una parte si differenziano per ceto sociale, cultura e tenore di vita dall’altro hanno una caratteristica comune e cioè sono “anime” perse e disperate con vite disordinate (spesso come le loro case) e comportamenti bordeline ma sono anche stati tutti lacerati e flagellati da: lutti, emarginazioni, violenze, insulti, tradimenti, derisioni e umiliazioni.
Numerosi sono i temi affrontati dalla Hawkins in questo romanzo come ad esempio la tendenza della società a “bollare” gli individui in base ai loro comportamenti senza mai interessarsi al vissuto individuale e quanto spesso avvenimenti traumatici del nostro passato che apparentemente sembrano sopiti ribollono, in realtà, dentro di noi come un fuoco lento e possono esplodere improvvisamente e violentemente come un incendio se non siamo in grado, per fragilità o situazioni contingenti, di arginarli repentinamente.
Paula Hawkins è senz’altro una scrittrice divisiva in quanto c’è chi la considera una straordinaria autrice in grado di arrovellare le menti dei suoi lettori e chi invece solo il frutto di una campagna pubblicitaria senza precedenti. Il mio pensiero? Considero Paula Hawkins una brava e coinvolgente scrittrice in quanto in grado di scatenare nei lettori, o almeno per me è successo così, un notevole stato di tensione emotiva, di architettare trame sempre accattivanti e creare personaggi che potremmo incontrare, o aver incontrato, nel corso della nostra vita (certo probabilmente non in concentrazione così alta, ma d’altronde di romanzo si tratta) perché chi può dire di conoscere veramente, fino in fondo, il passato delle persone?
In conclusione Un fuoco che brucia lento è un buon thriller anche se un po’ complicato pertanto la sua lettura se fatta in maniera veloce e frettolosa potrebbe suscitare in noi confusione perché densa di personaggi con storie che si intrecciano tra di loro e con profonde analisi psicologiche per cui va affrontata col giusto ritmo ed eventualmente rivedendo passaggi non chiari.
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