Se amate il thriller psicologico made in U.S.A., oggi al Thriller Café abbiamo una sorpresa per voi! Parleremo infatti di “Un inganno di troppo”, il nuovo romanzo di Harlan Coben edito in Italia da Longanesi. Qui al bancone, parliamo spesso di Harlan Coben: nato nel New Jersey nel 1962, è uno dei maggiori esponenti del thriller internazionale. Ha all’attivo 34 romanzi che hanno venduto 80 milioni di copie in tutto il mondo, e molti di essi hanno avuto adattamenti cinematografici. Malgrado la prolificità e la grande popolarità, questo autore continua a regalarci delle narrazioni di grande qualità, e il libro che recensiamo oggi ne è certamente l’ennesima prova.
La trama: Maya Burkett, la protagonista del libro ha da poco assistito al funerale di suo marito. Due rapinatori li hanno aggrediti durante una passeggiata a Central Park e hanno spento la vita di Joe a colpi di revolver. Un’amica le regala un portafoto digitale, con una telecamera nascosta, per tenere d’occhio sua figlia Lily mentre è in compagnia della babysitter. Fin qui niente di strano, una normale misura di sicurezza, se non che in una registrazione Maya vede qualcosa di impossibile: suo marito Joe, che ha visto morto e sepolto, entra nel campo della telecamera e accarezza sua figlia.
Maya non è certo una fanciulla indifesa, ha pilotato elicotteri da combattimento in Siria, colleziona armi e si esercita regolarmente al poligono di tiro, ma l’evento la mette a dura prova. Di lì a poco, infatti la registrazione sparisce nel nulla, lasciando lei e le persone che le sono vicine nel dubbio: suo marito è ancora vivo, o lei sta semplicemente impazzendo? Per risolvere il mistero, Maya dovrà scavare nei segreti della facoltosa famiglia di Joe, ma anche nel suo passato. Perché ha abbandonato l’esercito? Perché di notte sente ancora il rumore dei rotori degli elicotteri, degli spari e delle urla dei soldati? Perché la morte si ostina a seguirla?
Le 350 pagine di “Un inganno di troppo” non vi daranno tregua, con continui colpi di scena e rivolgimenti di prospettiva. Come spesso accade con Harlan Coben, alla base del racconto c’è un’idea potente e paradossale. Se in The Stranger c’era uno straniero capace di rivelare i segreti più intimi e imbarazzanti dei propri interlocutori, qui abbiamo una vedova che vede il fantasma di suo marito attraverso una telecamera nascosta. Partendo da questo trauma, la penna di Coben scandaglia con maestria i meandri dell’animo umano, facendo emergere i chiaro-scuri dei vari personaggi, che risultano forse non indimenticabili, ma straordinariamente tridimensionali, intessuti di vita quotidiana, di insicurezze e paure. Lo stile di scrittura è freddo, piuttosto neutro se vogliamo, ma anche estremamente accurato nel descrivere dinamiche quotidiane, che risultano famigliari e convincenti per il lettore.
Attraverso la passione della protagonista per le armi da fuoco, l’autore riesce anche a parlare di attualità, proponendo una riflessione di tipo sociologico sul Secondo Emendamento, che permette ai cittadini americani di detenere e portare armi in nome della libertà, ma che è anche alla base di tanti incidenti e sparatorie.
“Un inganno di troppo”, in sintesi, è un buon thriller, che mantiene le sue promesse e che saprà anche sorprendervi nel finale, con una chiusura piuttosto inattesa e ben congegnata… Buona lettura!
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