Non dirò niente di nuovo se rivelo che l’ultima fatica letteraria di Glenn Cooper, “Un nuovo Papa”, edito da Editrice Nord, è un thriller ambientato nei palazzi del Vaticano. Sappiamo infatti che il celebre autore americano ama i soggetti che raccontano gli avvenimenti della Chiesa Cattolica, al punto da aver scelto un prete come investigatore, Cal Donovan, che è già stato protagonista di cinque romanzi e nel 2023 tornerà con il sesto. Ma “Un nuovo Papa”, la cui traduzione è affidata a Elisa Banfi, non vede la presenza di Cal Donovan, ma è invece una storia a sé stante.
La vicenda si basa su un’idea che in Italia ha già avuto un paio di rappresentazioni cinematografiche e televisive: vedere il Papa non nel suo ruolo teologico, ma nella sua vita quotidiana di essere umano. Dopo le prime pagine di questo libro, mi sono infatti venuti in mente immediatamente i Pontefici di “Habemus Papam” di Nanni Moretti e delle due stagioni televisive di Paolo Sorrentino: “The young Pope” e “The new Pope”. Anche per Glenn Cooper il soggetto di interesse è il Papa come individuo, con le sue fragilità umane, e l’incipit ce lo propone, quando ancora non è diventato Pontefice, nel suo elemento preferito, l’acqua, mentre macina vasche in piscina. Un Papa che nuota (non a caso l’autore assegna al romanzo il titolo “The water Pope”), che fa sport, che vive la sua quotidianità. Questo è quello che vuole mostrarci Cooper. Ma qui, cari avventori del Thriller Cafè, mi devo fermare con la sinossi, perché il grande Glenn Cooper ha congegnato una struttura narrativa molto intrigante che alterna presente e flash-back del passato e che fin da subito svela alcune sorprese che non voglio spoilerare. Vi dirò invece che proprio questo intreccio è uno degli elementi più riusciti del romanzo perché genera un crescendo di tensione che accompagna il lettore fino alla fine.
Volendovi invece dare alcuni spunti utili alla lettura sottolineo che la modalità tramite la quale il lato umano del Papa ci viene descritto è molto originale e genera una sorta di immedesimazione con il lettore che ho trovato molto intrigante. Sarete a tal punto immersi nelle problematiche vaticane, peraltro abbastanza conosciute e fatte di intrighi, falsità, carrierismi, che vi sembrerà di dover risolvere in prima persona i problemi del pontificato. Dietro al ruolo di pastore di anime del Pontefice, si svela infatti ne “Un nuovo Papa” la fitta ragnatela dei retroscena di natura “politica” che caratterizzano l’agire del Vaticano, al punto che lo stile di questo romanzo può assomigliare molto a quello tipico delle spy story.
Ci sono poi almeno un altro paio di temi forti che sono stati inseriti in quest’opera. Il primo è quello delle identità, che ricorre molto nei romanzi thriller pubblicati di recente. In un mondo sempre più fluido e volatile, le appartenenze sono sbiadite, le connotazioni fragili e di conseguenza le identità sono deboli. Non ci sono più personaggi “squadrati” cui attribuire un ruolo stabile nel tempo, ma tutti sono assaliti dai dubbi, dalle mille sfaccettature e l’agire diventa più “segmentato”, al punto che questo Papa farà scelte che potremmo definire “radicali”, per compensare un quadro poco precisabile. Il secondo è quello della famiglia (che a ben vedere non è completamente indipendente dal precedente) e dell’educazione. Scenari famigliari molto rigidi, a compensare uno smarrimento della nostra epoca e quindi la famiglia può diventare una prigione, un luogo di soffocamento da cui evadere.
Ovviamente non vi svelo nulla e non vi tolgo il piacere di leggere questo bel romanzo, ma è naturale come dalle considerazioni appena fatte debba discendere, almeno è questo che cerca di far passare Cooper, che la salvezza la si può ottenere solo con gesti estremi. Gesti che in un universo multiforme e disordinato diano ancora il senso di un sé in grado di dominare e non di farsi dominare dagli eventi.
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