Piemme accontenta tutti i fan di Tony Parsons e pubblica Un passo nel buio, secondo romanzo della serie dedicata al detective della polizia di Londra, Max Wolfe, che abbiamo imparato a conoscere molto bene nel precedente e primo volume, L’insonne (The Murderbag), portato nelle librerie italiane sempre da Piemme nel 2015.
Ora tocca quindi al secondo volume della fortunata serie: Un passo nel buio è uscito in originale nel 2015 con il titolo di The Slaughter Man e arriva a noi con la traduzione di E. Cantoni.
L’insonne aveva ottenuto ottime recensioni ed è rimasto a lungo nelle classifiche di vendite di vari Paesi, fra cui Inghilterra e Germania, e ci aveva introdotto al personaggio di Max Wolfe e a tutte le peculiarità che lo rendono unico.
Devastato dalla perdita della moglie e afflitto da una insonnia cronica che lo porta a vagabondare per le vie di Londra mentre albeggia, Wolfe è ora un genitore single che cerca di proteggere la sua bambina dalle brutture del mondo, brutture che conosce ben da vicino vista la sua professione.
In questo Un passo nel buio lo troveremo alle prese con un serial killer dal modus operandi piuttosto particolare, che potrebbe minacciare anche la famiglia del detective.
Max Wolfe sta passando la notte di Capodanno con una famiglia di amici che lo aiuta a guardare la sua bambina, e sta anche cercando di dimenticare la morte di sua moglie, per non parlare della persistente e cronica insonnia che lo condanna a notti di vagabondaggio in giro per l’amata Londra.
Ma nemmeno Capodanno può essere un momento di quiete e di riposo per un detective e, puntuale, arriva la telefonata di lavoro: una intera famiglia, padre, madre e due figli adolescenti, è stata sterminata in un quartiere residenziale e il figlio più piccolo non è stato ritrovato sulla scena del crimine, facendo pensare a un rapimento.
Il modo in cui sono morti i vari membri della famiglia attiva un segnale di allarme nella testa di Wolfe: ha già osservato quel modus operandi. Le vittime sono state uccise con un tipo di pistola solitamente impiegato per stordire i bovini prima che vengano uccisi e macellati e, controllando l’archivio di Scotland Yard, Wolfe scoprirà che questo metodo era impiegato da un serial killer attivo circa trenta anni prima e soprannominato Slaughter Man. L’assassino ha da tempo pagato i suoi debiti con la legge ed è ormai un innocuo vecchietto vicino alla morte: deve trattarsi di un emulatore, un copycat e quella di Wolfe diventa una corsa contro il tempo per scovare il killer e cercare di salvare il bambino rapito…
Questa serie rappresenta l’esordio di Tony Parsons nei territori del thriller e del noir dopo una serie di romanzi di successo che però appartenevano ad altri generi letterari.
In originale è già apparso un terzo volume, The Hanging Club (2016) che, siamo sicuri, Piemme non mancherà di tradurre e pubblicare anche da noi, probabilmente nel corso del prossimo anno.
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