La scrittrice inglese Sarah A. Denzil vive nella campagna della contea dello Yorkshire che è spesso protagonista con le sue suggestive atmosfere nei suoi thriller. Nasce come scrittrice pubblicando sotto pseudonimo libri per ragazzi ma la sua vera passione sono i thriller e soprattutto quelli psicologici. Esordisce infatti nel 2018, per Newton Compton, con Il bambino silenzioso che è stato accolto con entusiasmo da pubblico e critica e che le ha permesso di scalare le classifiche di vendita negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Australia e in Italia, dove è stato l’ebook più scaricato dell’anno. Da allora, sempre per la stessa casa editrice e con cadenza annuale, ci ha regalato: April è scomparsa (2019), La figlia silenziosa (2020) e da pochi mesi Un perfetto colpevole. Ed è proprio quest’ultimo, avventori del Thriller Café, che recensisco qui ora, convinta che tra di voi ci sia una vasta platea di “affascinati” come me dai thriller psicologici.

«Mi chiamo Sophie Howland e mai – neanche per un singolo istante della mia desolata esistenza – mi sono sentita una persona completa. Mi manca qualcosa…»

Sophie è una trentacinquenne, single, che vive nella piccola cittadina inglese di Eddington con la madre Maureen con la quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale e problematico. Quest’ultima che è una donna anaffettiva e svalutante le ha, infatti, fin dalla sua tenera età “vomitato addosso”, con un cinismo inaudito, ogni sorta di cattiveria e malvagità deridendola sul suo essere goffa, esteticamente non attraente, grassa, sempre malvestita e spettinata. Ma non solo… l’ha anche etichettata come “una persona sbagliata” e la colpevolizza di ogni cosa: dal suicidio del padre (che però è importante segnalare che è avvenuto quando Sophie aveva solo cinque anni), all’impossibilità della madre di trovare un nuovo marito e tanto altro… rendendo così  Sophie una ragazza insicura, ansiosa e priva di autostima.

La situazione precipita quando a Maureen viene diagnosticata una patologia terribile: Alzheimer precoce.

E così se qualche timido guizzo di ribellione si era talvolta palesato nella mente della giovane ora si vede costretta, senza via d’uscita, a occuparsi, con l’aiuto di un’infermiera, quotidianamente della madre che la malattia ha reso ancora più intrattabile perché se da una parte non le ha tolto il suo essere malvagia dall’altra l’ha resa confusa, spesso assente e con dei sempre più frequenti vuoti di memoria.

Unica fonte di gioia e di serenità, per la nostra protagonista, è il suo lavoro. Lei, infatti, è una maestra di scuola elementare e svolge la sua professione con passione e tanta attenzione soprattutto per quei bambini (come Chloe) particolarmente silenziosi, troppo silenziosi, che con i loro comportamenti quali non fare amicizia con nessuno, sembrare sempre assente e avere un amico immaginario sembrano lanciare chiare richieste di aiuto.

«C’è odore di colla e di gessetto, ma io l’adoro. Qui sono in pausa da tutto il resto, sarà anche stressante, chiassoso e caotico, ma è una parte della vita che posso effettivamente controllare io. È soltanto mia.»

Altra nota dolente per Sophie è la vita sentimentale in quanto l’unica storia importante che ha avuto, con Jamie, si è ormai interrotta da molto tempo e sempre per colpa di Maureen che ha incominciato sin da subito una vera e propria guerra nei suoi confronti sia insultandolo in continuazione sia facendo leva sulla fragilità e sulla dipendenza emotiva della figlia instillandole dubbi e sospetti su di lui. Stanca di rimanere sola, senza un amore e soprattutto dei figli, la giovane prova un’ultima chance e si iscrive ad un sito di incontri. Da quando però incontrerà Peter  e si renderà conto che non fa proprio al caso suo, in quanto così diverso da lei per interessi e sensibilità, e con estrema gentilezza gli comunica che non è più intenzionata a rivederlo lui inizia a stalkerizzarla con SMS e chiamate continue. Inoltre, proprio in concomitanza con questo fatto, accadono in casa Howland alcuni eventi inquietanti: un misterioso bottone viene ritrovato in giardino, compare l’impronta di una mano sulla finestra della cucina e soprattutto pare che un’intruso si introduca di notte in casa infatti Maureen racconta della presenza di una misteriosa “ombra” che le sussurra qualcosa…

Può essere Peter il responsabile di tutto ciò oppure la cattiveria di Maureen la spinge ad inventarsi tutto con lo scopo di far impazzire la figlia? Oppure… può essere la stessa Sophie che immagina o ingigantisce situazioni inserendo nella realtà i continui incubi notturni che sembrano riportarla ad un passato lontano e che iniziano sempre con una conta cantilenante «Uno, due, tre, adesso tocca a te. Uno, due, tre, adesso tocca a te.»?

Ho conosciuto Sarah Denzil leggendo alcuni anni fa il bestseller Il bambino silenzioso ed è  stato per me un vero colpo di fulmine a tal punto che non mi sono persa nessuna delle sue uscite successive. Anche in Un perfetto colpevole si ritrova la grande capacità della Denzil di creare un climax ansiogeno che non solo permea tutte le pagine del romanzo ma sembra quasi esondare da esse e giungere fino a noi lettori che veniamo catturati, o almeno a me è successo così, da un mix di emozioni destabilizzanti quali l’inquietudine e una sorta di disagio ma anche dalla curiosità di riuscire a scoprire chi è “l’ombra” o meglio il burattinaio che muove i fili di una situazione così ben architettata.

Numerosi sono i delicati temi affrontati: il difficile rapporto madre-figlia e come questo, anche senza giungere a relazioni tossiche come quelle del libro, possa condizionare la crescita emotiva dei bambini; l’importanza della scuola e degli insegnanti e quanto le osservazioni dei comportamenti anomali, se segnalati tempestivamente, possano individuare traumi sopiti; il grande problema dei disturbi alimentari (anche questo indicativo di un malessere psicologico e di una richiesta di amore e di attenzione)… E poi ultimo ma non ultimo argomento di riflessione che si catapulta fuori dalle pagine come un “Jack in the box” che ci colpisce in pieno stomaco è la consapevolezza di come la psiche umana sia capace di cancellare gli avvenimenti più dolorosi, che rimangono silenziosi per anni, ma che prima o poi fuoriescono inaspettatamente. Basta poco: un profumo, una sensazione, un maglione o una conta e i ricordi prendono il sopravvento…

«Io sono cresciuta rotta dentro. Sono terrorizzata al pensiero che un giorno tutti questi frammenti che porto con me verranno alla superficie e chiunque vedrà chi sono realmente

Come avrete ben compreso siamo di fronte a un thriller serrato che cattura il lettore dalla prima all’ultima pagina sia con la scrittura brillante e accelerata, sia con i numerosi colpi di scena che ci portano in un crescendo fino ad un epilogo davvero spiazzante.

In conclusione si può dire che Un perfetto colpevole è davvero un thriller intrigante, adrenalinico e ricco di suspense e che Sarah Denzil si conferma una maestra del genere.

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Articolo protocollato da Luisa Ferrero

Mi chiamo Luisa Ferrero, sono nata a Torino e vivo a Torino. Dopo una laurea in Materie Letterarie ho ricoperto il ruolo, per tre anni, di assistente ricercatore presso l’Università degli Studi di Torino e ho poi, successivamente, insegnato nella scuola per oltre trent’anni. Divoro libri di ogni genere anche se ho una predilezione per i gialli, i thriller e i noir. Le altre mie passioni sono: il cinema, il teatro, il mare, la mia gatta e la compagnia degli amici... Di recente mi sono approcciata anche alla scrittura partecipando a numerosi corsi di scrittura creativa. Il mio racconto giallo "Un, due, tre… stella!" è stato inserito nell’antologia crime "Dieci piccoli colpi di lama" - Morellini Editore (luglio 2022) e il mio romanzo d’esordio "Cicatrici", finalista alla quinta edizione del concorso "1 giallo x 1000", è stato pubblicato il 31 marzo 2023 da 0111 Edizioni. Ah, dimenticavo... dal 2016 sono non vedente ma questo, in realtà, non è un problema in quanto per dirla come Antoine de Saint-Exupéry "l’essenziale è invisibile agli occhi".

Luisa Ferrero ha scritto 121 articoli: