Un tempo strano, di Joe Hill, è il libro che recensiamo oggi al Thriller Café. Edito da Sperling & Kupfer con la traduzione di Andrea Carlo Cappi, il volume raccoglie quattro racconti lunghi. Per usare le parole dell’autore stesso, queste storie “sono tutto arrosto e niente fumo […]. Non sono viaggi di piacere pieni di deviazioni. Sono corse a rotta di collo. Premi a fondo l’acceleratore e porti la narrazione fin sull’orlo del precipizio”.
Vediamole una per una, ovviamente evitando gli spoiler. La prima, “Istantanea”, ruota intorno all’idea di una macchina fotografica capace di rubare i ricordi. Il protagonista della storia, un ragazzino obeso, dovrà capire se la sua vicina di casa ed ex baby sitter, afflitta da una grave forma di Alzheimer, è davvero perseguitata da un uomo misterioso che la tormenta con una Polaroid o se è semplicemente prigioniera delle sue allucinazioni.
Con “Carica”, la seconda storia ci spostiamo in un ambito completamente diverso, ma non meno weird: la mente di un ex-militare, reduce dalla guerra in Afghanistan e ora addetto alla sicurezza in un centro commerciale. L’uomo sventerà attentato in un centro commerciale, ma qualcosa andrà storto… Una giornalista afroamericana indagherà per scoprire la verità che si nasconde dietro la facciata. Anche se gli elementi principali della vicenda noir sono noti fin dall’inizio, la storia si sviluppa in modo davvero teso e disturbante. Forse è la migliore delle quattro che compongono il libro.
La lettura prosegue poi con “Lassù”, in cui un giovane violoncellista è alle prese con il suo primo lancio con il paracadute. Il volo, però, si evolve in modo imprevisto e il protagonista si ritroverà intrappolato su una strana nuvola, capace di dare vita alle sue fantasie. È una storia molto onirica, in cui lo spunto “fantastico” permette di elaborare sentimenti ed emozioni forti come il lutto e l’amore da un punto di vista insolito.
Per concludere, “Pioggia”, una novella post apocalittica. Cosa succederebbe se all’improvviso piovessero chiodi dal cielo? Joe Hill ce lo racconta dal punto di vista di una ragazza lesbica con le fattezze di Joe Strummer, costretta ad avventurarsi in un mondo stravolto.
Sono in pochi a non saperlo, ma Joe Hill è in realtà uno pseudonimo che cela il nome di Joseph Hillstrom King, il figlio di Stephen King, uno dei più grandi scrittori horror di tutti i tempi. Nato nel 1972, Joe Hill ha inanellato una serie di successi non indifferenti: per esempio, è lui la mente dietro a serie di grande successo come NOS4A2 e Locke & Key (la prima tratta da un suo romanzo, la seconda da una sua serie a fumetti), ma è anche l’autore di diversi best seller, tra cui ricordiamo La scatola a forma di cuore e La vendetta del diavolo.
Personalmente, questa raccolta di novelle è stato il mio primo incontro con l’autore, di cui non avevo ancora letto nulla. Non c’è dubbio che si tratti di un abile narratore, padrone dei meccanismi della suspense e di tutti gli artifici necessari a far vivere una storia e a catturare il lettore. Quello che mi ha un po’ deluso sono le idee dietro alle storie, che mi sono sembrate poco innovative e anche un po’ deboli: insomma, niente di nuovo sotto il sole. Anche le conclusioni dei racconti, fatta eccezione per il secondo, mi sono parse ben lontane dall’essere folgoranti. Insomma, Un tempo strano è una lettura spassosa, scorrevole, ma che difficilmente mi porterò nel cuore.
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