Un titolo che strizza l’occhio agli amanti del giallo, con una cover simpatica. Prendere in mano il romanzo e leggerne la trama è un attimo: la sinossi promette un ambiente ristretto, un esclusivo club di caccia, una tempesta improvvisa che isola i personaggi e ovviamente delitti. Non può mancare un investigatore privato invitato per il fine settimana che si troverà a indagare e ficcare il naso qui e lì. La premessa lascia presagire un bel mistery classico, perfetto per ore di lettura immersiva con l’unico pensiero di scoprire il colpevole prima del detective o godersi semplicemente una storia appassionante.

Chi è l’autore? Dann McDorman è al suo primo romanzo, ma con la penna ha una certa confidenza. È un produttore di grande successo e ha lavorato anche come reporter e saggista. Il libro, “Un tranquillo weekend di omicidi” è osannato dalla critica e adorato dai lettori di tutto il mondo, secondo quanto ci dice il risvolto di copertina. Sarà così anche per noi?

In poche pagine ci si accorge che questo libro esce dai canoni del giallo classico. Sfonda spesso e volentieri la quarta parete per rivolgersi direttamente al lettore, ma non come accade nei romanzi di Ellery Queen, col protagonista che, in un momento preciso, dice che gli indizi ci sono tutti e invita a dare la soluzione. No. In “Un tranquillo weekend di omicidi” capita ogni due per tre, con l’autore che mette il lettore nella parte del fantasma sulla scena, per dirgli cosa osservare e non solo. Chi scrive pretende di avere l’onniscenza totale  sulla storia e su cosa il lettore sta pensando, quali domande si sta facendo e perfino quali emozioni e sensazioni sta provando. Intromissioni che all’inizio paiono strane, potrebbero anche essere divertenti, ma dopo un po’ sono invadenti e ridondanti. E non finisce qui. In momenti precisi del romanzo, McDorman interrompe la narrazione, spezzando ancora il ritmo, impedendo di sentirsi parte del libro e venirne coinvolti, inquinando il climax della storia, per fare sfoggio di erudizione e conoscenza della letteratura gialla, portare esempi di autori famosi e spiegare alcune tecniche narrative. Interessante per carità, ma noi abbiamo preso un giallo, ricordate? Questo ci era stato promesso. Un saggio sul genere non era nei patti. Queste notizie formative, andavano bene inserite come appendici, con un bel numerino per ricordare a che pagina si agganciano. Trovarle nel bel mezzo della narrazione, sono una distrazione che si poteva evitare.

Ma la storia, il giallo, quello che parla di club di caccia, tempeste, pochi personaggi e delitti, com’è? Sarebbe stato bello e interessante senza le svariate interruzioni sopra dette. Personaggi ben descritti, con segreti da nascondere; un ambiente isolato raccontato in modo curato e un investigatore, con i suoi tormenti, che lo rendono comprensibile e fragile, non solo intelligente e fidato. Bugie, doppi giochi, rivelazioni sorprendenti e indizi disseminati ad arte. Di moventi se ne possono trovare tanti: dall’odio, all’amore e all’adulterio; dall’avidità, alla vendetta; dal passato da celare, alla criminalità organizzata. Una bella miscela per avere tanti possibili colpevoli e instillare dubbi. Con un centinaio di pagine in meno, quelle delle interruzioni, sarebbe stato un giallo interessante, invece è come se fosse un gioco di stile, un divertissement, una rappresentazione teatrale in forma romanzata. Anche il finale esce dei canoni, in un modo che risolve il caso, sì, ma anche qui si poteva gestire meglio, senza troppi effetti speciali.

Sarò forse un’amante del classico, antica nel modo di intendere i gialli, ma da amare alla follia ho trovato poco.

Recensione di Tatiana Vanini.

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Un tranquillo weekend di omicidi
33 Recensioni
Un tranquillo weekend di omicidi
  • Editore: Piemme
  • Autore: Dann McDorman , Studio Littera

Articolo protocollato da Tatiana Vanini

Biologa per studi e mamma a tempo pieno, sono una lettrice compulsiva da quando, a otto anni, ho scoperto i romanzi gialli. La mia passione è nata con “Poirot e i Quattro” di Agatha Christie e non si è ancora spenta. Leggo gialli e thriller, sì, ma sono autrice di romanzi fantasy umoristici come La saga di Etreia, con i due volumi di “Veni, vidi... Etreia!”, la raccolta di racconti “Schegge di ordinaria allegria” (auto pubblicati) e poi nel 2023 è uscito per Edizioni Convalle “Scacco di torre per l'ispettore Ovvius” dove sono finalmente approdata al giallo anche nella scrittura. Gioco a D&D, scrivo recensioni e colleziono puffi. Adoro il Natale alla follia e quindi, i romanzi che prediligo sono proprio i mistery classici all'inglese ambientati nelle feste. Non c'è nulla come una bella riunione di famiglia per scatenare l'istinto omicida!

Tatiana Vanini ha scritto 9 articoli: