Pubblicato in lingua originale nel 2018 con il titolo di “The other woman“, Una donna di troppo è il romanzo d’esordio della giornalista inglese Sandie Jones diventato un bestseller tradotto in tredici lingue, con più di 250.000 copie vendute. La traduzione italiana è arrivata a luglio 2022 ad opera di Eleonora Motta per Newton Compton. Ma perché questo thriller ha riscosso tanto successo? Scopriamolo insieme, magari sorseggiando un buon calice di vino insieme ad Emily, la protagonista, nonché voce narrante.
Quando lo incontra al pub per la prima volta, Emily non trova poi tante cose che non le piacciono in Adam. Una, tuttavia, balza subito alla sua attenzione: non è affatto empatico. Per il resto, però, sembra pieno di qualità e punti positivi: è spiritoso, sagace, ha un buon lavoro nella City, sa intrigarla e farla sentire bene… e poi è bello, particolare non trascurabile. Le cose tra loro vanno avanti velocemente, tanto che neanche tre mesi dopo, lui insiste per presentarle sua madre. Pammie è una sessantenne affabile e a modo, tutta dedita alla casa ed ai figli Adam e James con i quali sembra avere un ottimo rapporto; inoltre non esita ad accogliere favorevolmente Emily mostrandole addirittura gli album fotografici di famiglia. Proprio qui, fra le foto, la ragazza ne nota una in cui Adam abbraccia la sua ex, Rebecca, e i due sembrano felici insieme. La didascalia sotto la foto le dà da pensare, ma ben presto dimentica l’accaduto, almeno finché proprio Pammie non comincia a mostrarsi diversa da com’era apparsa la prima volta. Man mano che la relazione va avanti, la donna si mostra sempre più ostile, non perde occasione per mettere in difficoltà Emily, per farle commenti e frecciatine sgradevoli, per metterla in cattiva luce agli occhi di Adam. E il peggio è che è molto abile, lo fa in un modo così sottile e perverso, che per Emily è impossibile da spiegare o dimostrare senza risultare patetica e frignona. Nessuno si accorge di nulla, perciò, e mentre l’ostilità si fa manifesta, Adam sembra assolutamente cieco di fronte a quanto sua madre sta macchinando a spese della sua fidanzata, anzi futura moglie. Pare quasi che tutta l’empatia che gli manca la riversi su sua madre… L’escalation è inarrestabile, i rapporti sono compromessi, tutto è destinato a precipitare, ma una notte, pesanti colpi al portone capovolgono completamente la prospettiva.
“Una donna di troppo” incarna perfettamente tutte le caratteristiche principali di un Domestic thriller da manuale: un’ambientazione familiare, una coppia apparentemente affiatata messa alla prova da fattori esterni ma prossimi, l’ambiente casalingo che da idilliaco può diventare oltremodo claustrofobico, una dose crescente di alcool, piccoli segnali, fraintendimenti, incomunicabilità… troviamo tutto questo in thriller di questo tipo che solitamente hanno anche una spiccata componente psicologica pur non essendo thriller psicologici veri e propri. Pur non brillando per originalità, questi thriller possono rivelare risvolti e colpi di scena inaspettati: se – come in questo caso – l’autore è abile, riesce a lasciare il lettore in balia della storia, convinto di sapere già come finirà ma incapace di chiudere il libro perché troppo curioso di scoprire il colpo di scena decisivo, oppure perché troppo spaesato e dubbioso e perciò avido della luce in fondo al tunnel. Leggendo “Una donna di troppo” i dubbi che abbiamo sono parecchi: sarà davvero pericolosa, questa Pammie, oppure Emily è paranoica, o magari c’è qualcos’altro dietro? Chi può dirlo, prima dell’ultima pagina?
La mossa vincente di Sandie Jones è stata far raccontare questa storia proprio ad Emily, in prima persona: è proprio questo che la rende credibile. Percepiamo distintamente tutte le sue sensazioni che si fanno gradualmente più intense, ci immergiamo con lei in un vortice di alcool, sospetto, insicurezza e degradazione e questo è, probabilmente, ciò che ci tiene attaccati alle pagine: proprio come Emily, abbiamo infatti paura di essere noi a sbagliare prospettiva, a perderci qualche dettaglio, di essere confusi o troppo parziali. I personaggi, per il resto, sono tutti abbastanza ben caratterizzati, sia i principali che quelli con connotazione marginale. D’altra parte non sono poi molti e non è difficile farsi un’idea del temperamento e delle ragioni di ognuno.
In generale, “Una donna di troppo” è un thriller godibile, nella media del filone cui appartiene: si fa leggere piacevolmente, non dispiace e non scompone.
Il problema, con thriller come questo, è che mancano di originalità, sembrano un po’ tutti fatti con lo stampo… E allora è forse opportuna una riflessione in più, giacché viene da chiedersi come mai questo sottogenere stia prendendo tanto piede negli ultimi anni. A far sì che il domestic thriller abbia successo, contribuiscono diversi fattori, tra cui l’ambientazione familiare, la claustrofobia mista a suspense della casa – che coincide con quella della relazione amorosa – e poi… poi c’è da dire che questo tipo di thriller è, per contesto e vicende raccontate, quello in assoluto più vicino a noi, alle nostre vite, perciò intercetta – forse meglio di altri- le paure che assillano la quotidianità di ciascuno di noi. E a cosa serve, in fondo, un thriller se non a farci esorcizzare la paura? “Una donna di troppo”, così come molti Domestic Thriller, non è un racconto truculento né troppo specifico, perciò incontra il favore di tanti lettori che cercano un thriller tranquillo, godibile, piacevole da leggere mentre ci si rilassa… e questi thriller sono perfetti allo scopo, se ci aggiungiamo anche quella punta di romance che in certi casi non guasta.
Sono certa che i lettori che hanno apprezzato i libri di B. A. Paris, o anche thriller come La ragazza del treno o L’amore bugiardo potranno trovare piacevole ed avvincente questa lettura.
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- Editore: Newton Compton Editori
- Autore: Sandie Jones , Eleonora Motta