Interpretando Nero Wolfe, investigatore nato dalla penna di Rex Stout ne “Il patto dei sei”, il grande Tino Buazzelli ricorda: «Tutti i debiti sembrano follie. Sono aggressioni del morto passato contro la meravigliosa vita del presente». Anche il debito che il passato ha deciso di saldare con Sara Morozzi, ex agente segreto, sembra una follia, anche se la vita del suo presente ha poco di meraviglioso, se non i ricordi.
E sono i suoi ricordi a essere in pericolo nell’ultimo romanzo di Maurizio de Giovanni, “Una lettera per Sara”, da poco uscito per la collana Nero Rizzoli. In particolare, i ricordi che la legano all’amore di una vita, Massimiliano, compagno di una vita e suo ex superiore, nei servizi.
La storia parte da lontano e ci racconta di una studentessa di nome Ada che, molti anni prima, aveva deciso di guadagnare qualche soldo, lavorando in una vecchia libreria di Napoli. Ada è coscienziosa, attenta, e ha un buon fiuto per gli affari. Riesce a strappare sempre un ottimo prezzo, sia in acquisto che in vendita, con gli affezionati clienti del negozio, la titolare della libreria ne è molto felice.
Un giorno, in libreria si presenta un ragazzo dall’aria molto agitata, che vuol vendere un libro. Ancora una volta, Ada conclude con successo la sua contrattazione. Poco dopo però, un uomo si presenta a lei chiedendo di riacquistare quel vecchio libro venduto, a suo dire, da suo figlio, per errore. L’uomo fatica a contenere la sua agitazione, Ada è sospettosa, ma infine gli rivende il libro.
Nel farlo però, si premura di fargli presente che ha trovato, all’interno del vecchio tomo, la lettera per Maddalena, immaginando che fosse proprio la possibile perdita di quel ricordo ad aver suscitato l’ansia del suo interlocutore. Purtroppo però, la situazione era molto più complessa, e molto più grave. Ada scompare, di lì a poco, e sarà poi ritrovata cadavere.
“Una lettera per Sara” è, in primo luogo, il racconto di suo fratello, che non si è mai dato pace e ora, gravemente ammalato, non smette di cercare giustizia per la sorella sequestrata e uccisa. La dedica in apertura di libro conferma l’ispirazione che de Giovanni ha tratto dalla tragica vicenda di Graziella Campagna, sequestrata e uccisa nel 1985 per essersi imbattuta, per caso, in un’informazione scottante.
La penna dell’autore non sfugge il dolore e il rimpianto, che accompagna molti dei personaggi che animano il racconto e l’indagine. Tuttavia, anche nei suoi passaggi più cupi, lo stile conserva una sua misteriosa leggerezza, che non degrada mai in superficialità.
Anche attraverso l’ironia, si ha l’impressione di arrivare al cuore non soltanto di Sara, la protagonista, ma anche di Viola, nuora di Sara e madre del piccolo Massimiliano, che finirà per aiutarla nell’indagine. Per non parlare di Davide Pardo, zio acquisito di Massimiliano, ispettore scorbutico e sfortunato.
È proprio a lui che il fratello di Ada, Angelo Fusco, che era stato suo superiore in polizia prima di andare in pensione, si rivolge, disperato, per un aiuto. Ma Pardo esita, perde l’attimo. Antonino Lombardo, detenuto in fin di vita, avrebbe forse potuto svelare la verità. La morte però lo coglie prima che Pardo abbia trovato il modo di far avere un appuntamento a Fusco.
E allora rincorrere la verità sarà molto più complicato, e metterà alla prova tanto l’incredibile intuito di Sara quanto l’intraprendenza di Viola e il coraggio di Pardo, troppo a lungo sopito. Trovare una risposta ai dubbi che tormentano da anni Fusco, e a nuovi dubbi che questa brutta storia sembra ancora suggerire, sarà troppo importante per rinunciare, fino a un finale duro, eppure carico di una struggente dolcezza.
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