Le donne lo sanno.

Potrebbe essere questo il filo conduttore dell’ultimo romanzo di Nora Venturini, dove la sottonarrazione diventa quasi più preponderante e importante della narrazione stessa e dove gli spunti di riflessione dolceamari tipici della scrittura e dello stile autoriale fanno quasi da “coro greco”.

Le donne lo sanno che arriva quel preciso giorno in una normale esistenza che ti porta alla resa dei conti; una resa dei conti che arriva così, inaspettata, come il chiodo che regge il quadro da anni e che in un preciso momento decide che basta, non ne può più ed è ora di cadere, trascinandosi dietro tutto il possibile: stampa, vetro, cornice e intonaco.

Debora Camilli, sbirra mancata e tassista attenta, perspicace e volitiva è uscita dagli anni di Covid con la resilienza ridotta al minimo, una sorta di blues che la spinge a immalinconirsi sulla sua vita privata e sulle sue relazioni in generale e anche con qualche chilo in più da smaltire e che aggiunto al periodo di non fortuna generale contribuisce, di molto, a renderla pessimista e infastidita. Allora Debora pensa che ci sono cose nella vita di una donna che non si possono cambiare o che richiedono davvero una fatica enorme, ma i chili di troppo, almeno quelli, si può provare a farli scomparire con una dieta giusta e controllata. E sbam! Neppure a farlo a posta sul suo taxi sale proprio una nutrizionista di fama, la dottoressa Longobardi che accetta di seguire Debora e le dà appuntamento nel suo studio. Ma a volte la sorte sembra accanirsi sempre con le stesse persone e l’intento di dimagrimento della tassista romana va a ramengo quando apprende della morte della sua nutrizionista: investita da un’auto fuori dal suo studio.

Debora prima ne rimane impressionata, poi sorpresa, infine scettica.

Quella morte probabilmente non ha nulla di casuale.

E allora, Debora la sbirra mancata, con ancora i chili da smaltire, il blues da cacciare via dall’anima e il timore di rincontrare il commissario Edoardo Raggio, decide comunque di indagare e di ributtarsi nella mischia scoprendo una pista del tutto tralasciata dagli inquirenti.

Una morte senza peso segna il ritorno del personaggio feticcio di Nora Venturini ma anche la possibilità per i lettori di confrontarsi con un romanzo di genere che ormai l’autrice ha trasformato meravigliosamente in un romanzo sociale dove la condizione femminile diventa il “difficile mestiere di vivere” in un momento storico fatto di chiaro e di scuro.

Un buon giallo, che scorre benissimo e che lascia tanti spunti di riflessione. Anche dopo che averlo conservato nella propria libreria.

Recensione di Antonia Del Sambro.

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