Unsane di Steven SoderberghUnsane è il più recente progetto di Steven Soderbergh e uno dei più attesi thriller del 2018, un film sospeso fra dramma psicologico e horror non soprannaturale, che il pluripremiato autore statunitense ha girato sulla base di una sceneggiatura di Jonathan Bernstein e James Greer.

Nel cast di Unsane, oltre ai de protagonisti principali, Claire Foy e Joshua Leonard, troviamo anche Juno Temple, Matt Damon e Jay Pharoah. Unsane arriverà nelle sale italiane il 5 luglio 2018, distribuito da 20th Century Fox.

Trama di Unsane

Sawyer (interpretata da Claire Foy) è una giovane donna molto abile nel suo lavoro, che ha recentemente cambiato città e che deve ancora ambientarsi. Sembra avere qualche tipo di problema o trauma alle spalle e, fuori dall’ambiente lavorativo, preferisce abbandonarsi ad avventure sessuali che durino una singola notte, ma anche in questo caso sperimenta un qualche tipo di esaurimento nervoso che la porta a sottoporsi a una visita psicologica in una clinica immersa nel verde fuori città, l’Highland Creek Behavioral Center.

Qui, complice una buona dose di leggerezza da parte sua, finirà vittima di una truffa che la direzione dell’ospedale è solita organizzare in accordo con le assicurazioni dei pazienti e si troverà internata per una settimana nella struttura. Il problema importante, che la ragazza fino a questo punto non aveva confessato a nessuno, è che aveva cambiato città in quanto vittima di stalking da parte di un certo David Strine (Joshua Leonard). Ma il suo stalker l’ha seguita ed è riuscito a farsi assumere nella clinica.

Ora Sawyer è in balia dell’uomo, prigioniera in una istituzione nella quale pochi sembrano disposti a crederle, e anche noi spettatori non siamo ancora sicuri: Strine è realmente uno stalker o è Sawyer a non stare bene e vedere minacce dove non ce ne sono?

Curiosità e recensione di Unsane

Steven Soderbergh non deve ormai mostrare più nulla: è uno fra i registi più competenti in circolazione, ha una filmografia ben corposa, è prolificamente attivo dai tardi Anni Ottanta, ha affrontato diversi generi e formati e sa operare su ottimi livelli in vari ruoli oltre a quello di film maker, fra i quali direttore della fotografia, produttore, sceneggiatore e montatore. È un serio amante del cinema anche quando non lavora, e se si consultano gli elenchi annuali di sue visioni e letture, che Soderbergh rende solitamente pubblici, si rimane impressionati dal numero di titoli visti (e rivisti) e dai volumi letti.

E tutto questo agisce in qualche modo sia come maggiore punto di forza che come limite più evidente in Unsane, un film che il cineasta ha dichiarato di aver voluto girare dopo essere rimasto impressionato dalla visione di Tangerine, di Sean Baker. I due titoli condividono gli strumenti impiegati per effettuare le riprese, ovvero gli iPhone.

Ovviamente Steven Soderbergh per Unsane ha avuto a disposizione comunque un budget di un certo rilievo e delle star di medio calibro (con alcune comparsate di alto livello come quella di Matt Damon), elementi che mancano in Tangerine.

Per girare Unsane sono stati impiegati tre iPhone 7 Plus con FiLMiC Pro, una app che consente un controllo più attento e minuzioso dell’esposizione e altri dettagli tecnici, così sono state impiegate delle lenti addizionali oltre a quelle in dotazione di serie. La vicenda gira sul rodatissimo canovaccio del gaslighting, che trova come di consueto la sua fase migliore in tutti quei passaggi nei quali il pubblico non è ancora sicuro della sanità mentale o meno della protagonista. Peccato che questa fase duri relativamente poco rispetto alla durata di Unsane, e quando la sceneggiatura toglie ogni dubbio il film perde parecchio interesse, che comunque non abbondava già in partenza per via di una trama priva di elementi originali o svolte inaspettate.

L’aspetto più difficile da comprendere, nel progetto Unsane, è proprio il dato tecnico dell’impiego degli iPhone: la resa estetica è di gran lunga inferiore rispetto a mezzi più tradizionali e, complice il non saper sfuggire allo stereotipo horror dell’ospedale poco illuminato, l’effetto finale è quello di una fotografia torbida, sgranata e fangosa nella quale si perdono tanti particolari e nella quale affondano e svaniscono volti e dettagli.

In un film che non presenta particolari punti di forza, una fotografia memorabile, unita a determinati movimenti di camera, avrebbe potuto fare la differenza, mentre in questo caso rimane la sensazione che il regista abbia scelto di utilizzare gli iPhone semplicemente per mostrare di saper girare in modo competente anche con quei mezzi.

Un vulgar display of power che non era in alcun modo necessario: la competenza tecnica di Steven Soderbergh, come già detto, non è in discussione.

D’altro lato, il budget comunque non certo ridotto all’osso e il poter contare su ottimi professionisti in ogni comparto, su tutti Thomas Newman alle musiche, invalida anche una possibile lezione etica e deontologica sull’importanza del DIY e qualsiasi riflessione sul fatto che la tecnologia sta rendendo sempre più “democratico” il cinema, permettendo a un numero sempre maggiore di persone di cimentarsi in quest’arte senza aver bisogno di molti soldi, lezione che è al contrario ben presente nell’opera di riferimento, Tangerine di Sean Baker.

Si rimane quindi con la sensazione di aver visto un film piuttosto standard sotto quasi ogni punto di vista, un’opera che, per le professionalità messe in campo, non può certo risultare brutta, ma che non lascia certo il segno ed è facilmente dimenticabile.

Chi non riusciamo però a dimenticare è Claire Foy, che da sola vale la visione, che è in possesso di un’ampia gamma espressiva ed è in grado di recitare sia con il volto che con il corpo. Già avevamo colto la sua bravura in The Crown, Unsane conferma tutto il suo talento.
Talento che è comunque presente anche in buona parte del cast e, senza bisogno di nominare ogni attore, occorre almeno sottolineare una Juno Temple sempre vogliosa di mettersi in gioco in ruoli particolari, e l’equilibrato e suadente Jay Pharoah.

Unsane è un film del quale si può comunque consigliare la visione a chi è in cerca della canonica ora e mezza di distrazione e intrattenimento senza particolari pretese, ma che, paradossalmente, è meglio vedere a casa in tv, per evitare l’eccesiva e frustrante sgranatura dello schermo cinematografico.

Titolo italiano: Unsane
Titolo originale: Unsane
USA, 2018, colore, 98 minuti
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Jonathan Bernstein e James Greer
Fotografia: Steven Soderbergh
Montaggio: Steven Soderbergh
Musica: Thomas Newman
Produzione: Extension 765, New Regency Pictures e Regency Enterprises
Cast: Claire Foy , Joshua Leonard, Sarah Stiles, Juno Temple e Jay Pharoah.

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Articolo protocollato da Simone Della Roggia

Appassionato di gialli e thriller, della buona cucina, e di bassotti (non necessariamente in quest'ordine). Scrittore a tempo perso, ovvero di notte. Passo molto tempo sui treni italiani, lo inganno leggendo.

Simone Della Roggia ha scritto 178 articoli: