Recensiamo oggi su ThrillerCafé Uomini senza vento di Simone Perotti: l’essere umano e la sua ragione, il mare e le sue leggi in un noir dal carattere mediterraneo.
Titolo: Uomini senza vento
Autore: Simone Perotti
Editore: Garzanti Libri (Collana Narratori moderni)
Anno di Pubblicazione: 2010
Pagine: 250
Trama in sintesi:
Renato è un giovane manager in carriera con una passione: la sua barca a vela. Dopo una telefonata ricevuta dal suo amico Antonio che vive a Ponza decide di salpare per l’isola. Antonio è proprio preoccupato per la strana gente che si vede in giro. Basta un sopralluogo fatto in una delle baie più selvagge e l’avvistamento di una nave nera e i due amici si trovano subito nei guai. Inizia così un’avventura che diventa presto inseguimento e per alcuni dei personaggi si trasforma addirittura in una fuga. E sarà proprio la barca di Renato a trasportare in una incalzante crociera tra Ponza, la Corsica e l’isola d’ Elba amici e conoscenti.
Ci sono storie che vivono di altre storie. I personaggi cambiano nome e indossano altri abiti più consoni alla nuova stagione. Ma sono storie che si sfilacciano come un vecchio calzino su cui il tempo lascia inequivocabilmente la sua traccia. E poi, ci sono storie che vivono e respirano della loro stessa anima. Niente travestimenti, niente maschere. Solo la penna dell’autore che scorre ora veloce e ora lenta pagina dopo pagina con personaggi che vivono e respirano di realtà tanto da diventare essi stessi l’altro “io” di quel lettore “sfocato e soffocato” dalla sua stessa quotidianità. La penna è quella di Simone Perotti, i personaggi sono Renato, Antonio, Oreste e Sara (o forse Silvia) e la storia è quella raccontata in “Uomini senza vento”. Un noir mediterraneo dalle tinte mai troppo scure ma dalla narrazione dolce e sinuosa che arriva leggera, come brezza del mare in una sera d’agosto, trasformandosi e autoalimentandosi velocemente in un instancabile susseguirsi di eventi trascinati dal mare e per il mare. Non una storia, ma tante piccole storie legate tra di loro. Storie di vita. Storie di mare. Ma anche storie di una società insoddisfatta, insofferente e piegata dai venti della ragione. Un’opera che non è solo “lettura” ma è anche “costruzione” e mentre le pagine scorrono una dopo l’altra diventa normale gioco ritornare indietro e ricominciare da un’altra angolazione quasi come se fosse un’altra storia. Una storia dal sapore salato e dal carattere forte e passionale come il mare e le sue leggi. Quelle stesse leggi per le quali l’umanità si divide tra buoni e cattivi, tra onesti e disonesti. Una linea sottile e fragile separa i due universi. In fondo è semplicemente una barricata e bisogna solo scegliere da che parte stare. Tutto può avere inizio con una telefonata in piena notte come per Renato o per uno strano gioco del destino che sposta le sue “pedine” nel momento giusto e al posto giusto. Fatto sta che dopo nulla sarà più come prima e a volte, girato l’angolo, basta semplicemente smettere di ragionare e iniziare a vivere.
Recensione di Antonietta Meringola.
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