Pubblicato per la prima volta da Sonzogno nel 2012 e di recente da Marsilio in Universale economica, Uva noir è il terzo romanzo della serie con protagonista Lolita Lobosco, commissario alla Questura di Bari nata dalla penna di Gabriella Genisi.
Un caso difficile, professionalmente ma soprattutto umanamente, impegnerà la mente di Lolita in una Bari settembrina, distratta eppure viva, con ancora i segni dell’abbronzatura e gli occhi sempre rivolti al mare. Un bambino, Morris Milone, viene ritrovato morto in uno scatolone nel giardino della villa di famiglia. Era scomparso da due giorni… è stato ucciso, è evidente, e non è stato affatto un incidente. Ma da chi? E, soprattutto, perché? I sospettati non sono poi tanti, ma l’indagine risulta comunque complessa perché chi mai potrebbe avere motivi per ammazzare volontariamente un bambino?
Sin da subito i sospetti convergono sulla madre, Lorena, detta Uva ‘Gnura (uva nera): perché la donna non ha denunciato la scomparsa del piccolo? Il suo dolore, così forte e insieme teatrale, sarà autentico? Cosa si nasconde dietro le movenze da femme fatale? Quanto c’è di vero sulle voci che girano in città e che la dipingono come una maitresse, una delinquente, una faccendiera, una Boss? E che dire poi dei suoi “amici”, un mix tra bodyguard ed energumeni poco raccomandabili? E poi dov’è il padre del bambino, il ricco farmacista che da lei si era separato? Chi e cosa c’è dietro la morte, tanto inspiegabile quanto straziante, di quel povero bambino?
“Tre cose ci sono rimaste del Paradiso, le stelle, i fiori e i bambini. Altrove però, non a Bari. Noto che non ci sono bambini in giro, e realizzo improvvisamente che forse questa mia distratta città non li ama granché. Sì, lo so che questa è la Bari da cartolina, quella con i negozi del centro ancora più chic di quelli che ci sono a Milano, e magari basta andare in periferia per vedere i bambini giocare per strada, ma a guardare bene in Via Sparano dei negozi specializzati in articoli per l’infanzia è rimasto solo il Disney store. E prima o poi chiuderà pure quello. A spulciare le statistiche che mi arrivano sul tavolo non c’è da stare allegri, siamo ai primi posti per le violenze sui minori. Dentro e fuori la famiglia. E poi adesso che ci penso ricordo un bambino, Francesco dei rifiuti lo avevano chiamato. Sua madre diciottenne lo aveva partorito e gettato in un cassonetto della spazzatura. Fu il primo caso in tutta Italia. Il bambino si salvò per miracolo e venne dato in adozione. In seguito, episodi simili si sono moltiplicati e oggi se ne contano centinaia, ma quel triste primato c’è rimasto appiccicato addosso come un cattivo odore, e quando una bambina di diciassette mesi muore di fame a pochi metri da casa mia, o ne ritrovano una di cinque anni strangolata in un garage con un tubo di gomma, o quando a cinquanta chilometri da qui un paese intero cerca una tredicenne dal viso d’angelo che da dieci giorni non si trova, ecco allora penso che vorrei poter cambiare tutto, o magari andarmene via.
Ma tanto lo so che sono pensieri al vento, e qui resterò, dove altro posso andare? Il posto mio è questo e nel lavoro che faccio ci credo come gli altri credono nei santi e nelle chiese. Ma so anche che per certi versi assomiglio a questa città, senso di maternità ne tengo poco e niente, e i pupi li sopporto meno che zero. Accidenti a me.”
Ma come sempre, il lavoro è solo una parte – importante, ma sempre una parte – della vita della commissaria Lolì, per la quale la dimensione privata-sentimentale è altrettanto importante. Solo che di questi tempi, le due parti cominciano ad avvicinarsi pericolosamente: sì, perché dai e dai, alla fine Lolita si è innamorata, e niente meno che di un belloccio molto ambito negli ambienti giudiziari… così strane maldicenze, storie improbabili sul suo conto e soprattutto scritte offensive davanti all’ingresso della questura danno molto da pensare alla bella e passionale commissaria, impegnata fra l’altro, tra un tentativo di conquista del suo “amato bene” e l’organizzazione della sua festa di compleanno imminente.
Insomma, in una miscellanea spumeggiante di intelligenza, seduzione, istinto femminile/sbirresco, consigli di amici illustri e spirito di iniziativa, Lolita, decisa e determinata come sempre, riuscirà a risolvere tutte le questioni, quelle private e, purtroppo, anche quelle pubbliche, traghettandoci, con un finale dolceamaro, verso la prossima storia.
Intanto, mentre noi ci accingiamo a leggere il quarto romanzo della serie – di cui parleremo a breve -, sono cominciate anche le riprese per la nuova serie Tv prodotta da Luca Zingaretti con Luisa Ranieri nei panni di Lolita. E chissà che, oltre che tra le pagine di Gabriella Genisi, il buon Salvuccio non ci faccia una sorpresa sbucando anche nella serie Tv? D’altronde lui e Lolita sono amici, no?
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Articolo protocollato da Rossella Lazzari
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