Immaginate Venezia, il labirinto che sono le sue calli, l’intrigo e l’ispirazione che questi potrebbero suscitarvi in una notte di luna piena.

Lo scrosciare lento della laguna, le gondole che si agitano piano al ritmo della corrente: Vipere a San Marco, il romanzo di Paolo Forcellini di cui voglio parlarvi oggi, vive della magia di Venezia e da questa ne viene nutrito.

La città si sveglia al suono di una notizia terribile: il suo Patriarca è scomparso nel nulla. Svanito, come se non fosse mai esistito. Fuggito, rapito, o peggio?

Forcellini ci prende per mano e ci racconta di un giallo ipnotico, pieno di colpi di scena, che ci aprirà le porte di calli e viuzze, nelle tradizioni e nelle leggende meno note di Venezia, una delle città più belle del mondo.

L’autore, veneziano e giornalista anche lui come i suoi personaggi, ha pubblicato saggi e manuali su questioni di politica economica. Eppure, nel suo lavoro, ha sviluppato una passione per i “thriller lagunari”, chiamiamoli così.

In questo suo nuovo romanzo entrano in gioco tematiche come il giornalismo, le indagini della polizia, ma anche la storia dell’arte, sullo sfondo di una maestosa Venezia e della sua laguna, scandite dalle ricette dei piatti più gustosi della cucina veneta.

Come accennato, il fattore scatenante che muoverà tutti i personaggi di Vipere a San Marco – il cui solo titolo mi ha letteralmente stregato – è la scomparsa del Patriarca di Venezia.

Il vicequestore Possamai e il giornalista del “L’Istrice”, Alvise Selvadego, sono amici e indagheranno assieme per trovare la verità sulla scomparsa del porporato, sparito senza un’unica traccia che faccia pensare ad un allontanamento volontario.

È un romanzo che mi è piaciuto molto, per quanto la trama sia abbastanza semplice nel suo evolversi, senza perdersi in troppi arzigogolati espedienti narrativi.

Eppure, per quanto semplice, ha uno stile ricercatissimo e lo si capisce  bene guardando alle metafore utilizzate, alla psicologia dei personaggi, alle intromissioni del dialetto veneziano che compaiono qua e là, donando ossatura all’intero romanzo.

Quest’ultima osservazione potrebbe dare un po’ fastidio, soprattutto ad un orecchio – o forse sarebbe meglio dire occhio, in questo caso?  – che non sono abituati a espressioni dialettali. Per quanto io stesso abbia fatto un po’ di fatica, posso dire che erano presenti il giusto, mai troppo o troppo poco.

Detto ciò, molto piacevoli sono stati anche gli aneddoti raccontatici da Forcellini,  andando dalla toponomastica ai segreti più reconditi di Venezia. Piccole chicce che imparano senza sforzo, tra un colpo di scena e l’altro.

Oltre alla misteriosa scomparsa del Patriarca, la storia si complica con un delitto: viene ucciso un’autista di taxi acqueo; gli vengono trovati due colpi di pistola in testa. Sembra un’esecuzione, ma chi può aver compiuto un atto del genere? E perché?

Salvadego tiene fede al suo soprannome di segugio e scova tracce, piste, grazie anche all’aiuto di una sua collega, storica dell’arte a tempo perso, Gaspara e del vicequestore Possamai. In questo modo, le indagini prendono una direzione ben precisa, andando a mettere in luce il marciume su cui poggia il patriarcato di San Marco.

Una lettura consigliatissima!

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Vipere a San Marco
  • Forcellini, Paolo (Autore)

Articolo protocollato da Davide Pietrafesa

Sono Davide, studente fuori sede classe ’98, e mi piace definirmi uno scrittore in erba. Scrivo per esplorare gli infiniti spazi della mente umana; forse è per questo che i miei personaggi sono grigi, cinici e abbastanza problematici. Amo leggere ogni genere di romanzo, macinare pagine e pagine d’inchiostro. Devo questa fortunata passione alla mia famiglia, la quale mi ha sempre incalzato a perdermi tra le righe. Nutro un amore sconfinato per la storia e la scienza, cosa che spesso mi spinge a fantasticare sulla reincarnazione e su come poterne dimostrare l’esistenza. Per il resto, sono un convinto ambientalista, amo l’inverno e la mitologia. Puoi trovarmi su Instagram, segui @_d.have

Davide Pietrafesa ha scritto 23 articoli:

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